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APPARIZIONE DI GESU' BAMBINO

ELEMENTI DI RICONOSCIMENTO : Antonio in adorazione presso un bambino; aureola del bambino; una camera, cella

Ospite del nobile Tiso, Antonio si sofferma presso una stanza, una camera appartata, atta allo studio ed alla contemplazione. Il Santo vi si ritira per pregare. Inginocchiato in mezzo, sul pavimento, tende le braccia in forma di croce. Si è appena messo a pregare che è già come naufragato nell'estasi. C'è una gran luce intorno a lui: piove dall'alto sempre più intensa, sempre più bianca. L'anima dell'orante sale verso Dio seguendo quell'onda di luce gioiosa. Si sarebbe detto un colloquio di luce, lo stesso, forse, che hanno i santi in Paradiso quando parlano con Dio, attraverso il chiarore della gloria.
E anche frate Antonio vide, faccia a faccia, il suo Dio.
Venne giù, come un bimbo, fra gli atomi luminosi, che si animavano anche per mille pupille d'angeli. Gli calò sulle braccia e gli sorrise.
L'amico Tiso, essendosi avvicinato devotamente, pienamente al luogo ove il Santo se ne stava solitario in orazione, vide il rapito porgere le labbra al piccolo Iddio.

ALTRE VERSIONI E COMMENTO : Benchè molti libri lo riportano tra i miracoli di Antonio, questo fatto descritto, secondo una versione degli anni '30, mi pare più corretto definirlo un'apparizione. Non si capisce bene, in realtà, il rapporto con un altro prodigio, chiamato 'miracolo della luce' : "Una notte, adunque, sul principio della quaresima, mentre egli ristorava le membra affaticate con il beneficio del sonno, ecco il diavolo che ardisce stringere violentemente la gola dell'uomo di Dio e si sforza di soffocarlo. Ma egli, invocato il nome della gloriosa Vergine, si traccia in fronte il segno della Croce che dà la vita e, mandato via il nemico del genere umano, prova un immediato sollievo. Avendo poi aperto gli occhi per desiderio di vederlo fuggire, ecco che tutta la cella in cui stava fu illuminata di luce celeste.

Certamente quella luce venne nella cella dal Cielo, per volere della divina potenza e, il re delle tenebre, non potendo sostenerne i raggi, si ritirò confuso." In alcune versioni questo miracolo mi pare essere confuso con l'apparizione di Gesù Bambino, in altre è trattato come antecedente. Forse le due cose sono originate da un prodigio luminoso romanzato dalla fantasia popolare e ripreso più tardi in modi diversi dalle innumerevoli biografie. Ma, secondo le parole di Giacomo Bascapè, "la fantasia degli artisti, il genio dei poeti e la devozione dei fedeli amarono sempre raffigurare Antonio nel mistico atteggiamento in cui lo intravide un giorno, da una porte semiaperta, un gentiluomo che lo ospitava: il braccio destro regge e circonda affettuosamente Gesù Bambino, che irradia una luce d'aureola sul volto del Santo; la mano sinistra regge un giglio, simbolo della sua vita limpida e pura, gli occhi dolci e sereni guardano con infinita tenerezza il divino Infante, amico degli umili e dei poveri, che ha visitato il fraticello Antonio, arca del Signore, tabernacolo vivente della divina grazia."

A proposito di raffigurazioni di questa apparizione, una delle più celebri è sicuramente quella del Murillo, nel Museo di Siviglia. Esempio di devozione a questo dipinto è la descrizione delle emozioni suscitate in “Viaggio in Spagna” di Edmondo De Amicis : "Il mio cuore si dilatò in un momento di gioia suprema, d'una dolcezza angelica, d'una speranza immensa; un'onda di lacrime ardenti mi sgorgò impetuosamente dagli occhi e, afferrando la mano amica che cercava la mia, gridai dal più profondo dell'anima:- E' vero, è vero!- E mi misi a piangere come un bambino."